In questa serie di lavori indago il senso della vita e della morte, la separazione, il rapporto tra percezione del tempo e la morte.
TIMEOUT I
Con questo lavoro indago il rapporto tra tempo e morte. Quando siamo bambini il tempo è dilatato. Il passaggio dai 10 ai 20 anni è un processo infinito, pieno di contenuti, novità in termini di esperienze personali. Si passa dall'essere un bambino ad essere un uomo, con prospettive, aspettative completamente diverse. Soggettivamente questo tempo sembra infinito. A questa età non si ha la consapevolezza della morte. Al massimo si pensa che questa riguardi gli altri e non se stessi. Con il progredire degli anni il tempo accelera, il passaggio dai 50 ai 60 dura poco, quello dai 60 ai 70 ancora meno. Un anziano che guarda a ritroso il tempo dice "non sento di avere 70 anni, ho l'impressione che la mia vita sia stata brevissima". In fondo la vita è una corsa verso la morte, è come il moto di una pallina di vetro che cade accelerando fino a toccare terra rompendosi in mille pezzi. Questo è il TIMEOUT.
L'urlo ed il silenzio
Il lavoro rappresenta l'estremo urlo prima di morire, di cui il vetro rotto è la metafora, ed il silenzio successivo alla morte rappresentato dalla parte bianca simile ad una lapide.
TIMEOUT II
E' la rielaborazione di un precedente lavoro di cui riprende tutti i contenuti, cambia solo l'aspetto grafico.
La separazione
Recentemente ho rivisto alcune foto di famiglia. notavo che mia sorella più grande di mè di circa un anno, quando eravamo piccoli, mi teneva sempre per mano, mi guidava. Recentemente mia sorella è mancata.
La vita e la morte.
Questa installazione ha le sue radici in una esperienza molto particolare che ho vissuto in relazione alla morte di persone care. Le persone a cui faccio riferimento erano anziane, in quella occasione ho avuto la percezione che fossero morti dei bambini. Non era un'allucinazione, ma era una sensazione di tenerezza che ho provato verso di loro e che determinava questa percezione alterata di cui però ero perfettamente cosciente. La morte porta via non solo un vecchio, ma una vita ricca di esperienze, il bambino che è stato la gioia dei suoi genitori, un bambino con un futuro e mille progetti. Quello che muore non è solo un povero vecchio, ma tutto questo. Una interpretazione complementare di questo lavoro l'ho formulata a seguito di ulteriori riflessioni sulla morte di queste due carissime persone: io non ho figli, ed in verità in questi anni non ne ho sentito la mancanza tranne che nel momento di queste morti. In questa occasione, per la prima volta avrei voluto avere un figlio. Questo legame tra vita e morte credo sia da ricercare nella teoria di Darwin della evoluzione. La morte ha senso solo se è funzionale alla prosecuzione della specie. Credo che questo legame tra vita e morte sia molto forte, di tipo biologico.
Per comodità di impaginazione ho raggruppato le foto su due fila. Nella esposizione a parete le foto vengono esposte su una sola fila..
TIMEOUT I
Con questo lavoro indago il rapporto tra tempo e morte. Quando siamo bambini il tempo è dilatato. Il passaggio dai 10 ai 20 anni è un processo infinito, pieno di contenuti, novità in termini di esperienze personali. Si passa dall'essere un bambino ad essere un uomo, con prospettive, aspettative completamente diverse. Soggettivamente questo tempo sembra infinito. A questa età non si ha la consapevolezza della morte. Al massimo si pensa che questa riguardi gli altri e non se stessi. Con il progredire degli anni il tempo accelera, il passaggio dai 50 ai 60 dura poco, quello dai 60 ai 70 ancora meno. Un anziano che guarda a ritroso il tempo dice "non sento di avere 70 anni, ho l'impressione che la mia vita sia stata brevissima". In fondo la vita è una corsa verso la morte, è come il moto di una pallina di vetro che cade accelerando fino a toccare terra rompendosi in mille pezzi. Questo è il TIMEOUT.
L'urlo ed il silenzio
Il lavoro rappresenta l'estremo urlo prima di morire, di cui il vetro rotto è la metafora, ed il silenzio successivo alla morte rappresentato dalla parte bianca simile ad una lapide.
TIMEOUT II
E' la rielaborazione di un precedente lavoro di cui riprende tutti i contenuti, cambia solo l'aspetto grafico.
La separazione
Recentemente ho rivisto alcune foto di famiglia. notavo che mia sorella più grande di mè di circa un anno, quando eravamo piccoli, mi teneva sempre per mano, mi guidava. Recentemente mia sorella è mancata.
La vita e la morte.
Questa installazione ha le sue radici in una esperienza molto particolare che ho vissuto in relazione alla morte di persone care. Le persone a cui faccio riferimento erano anziane, in quella occasione ho avuto la percezione che fossero morti dei bambini. Non era un'allucinazione, ma era una sensazione di tenerezza che ho provato verso di loro e che determinava questa percezione alterata di cui però ero perfettamente cosciente. La morte porta via non solo un vecchio, ma una vita ricca di esperienze, il bambino che è stato la gioia dei suoi genitori, un bambino con un futuro e mille progetti. Quello che muore non è solo un povero vecchio, ma tutto questo. Una interpretazione complementare di questo lavoro l'ho formulata a seguito di ulteriori riflessioni sulla morte di queste due carissime persone: io non ho figli, ed in verità in questi anni non ne ho sentito la mancanza tranne che nel momento di queste morti. In questa occasione, per la prima volta avrei voluto avere un figlio. Questo legame tra vita e morte credo sia da ricercare nella teoria di Darwin della evoluzione. La morte ha senso solo se è funzionale alla prosecuzione della specie. Credo che questo legame tra vita e morte sia molto forte, di tipo biologico.
Per comodità di impaginazione ho raggruppato le foto su due fila. Nella esposizione a parete le foto vengono esposte su una sola fila..